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Domande frequenti che potrebbero Interessarti

Per qualsiasi altro dubbio sull'Olio Diatermico che non si risolva leggendo questo elenco, contattateci, saremo lieti di rispondere alle vostre domande

Perché sostituire l’olio diatermico?

È fondamentale valutare la sostituzione di un fluido diatermico quando dall’analisi chimico-fisica emerge che il suo degrado è profondo al punto da non garantisce più un adeguato scambio di energia termica, la necessaria sicurezza di funzionamento dell’impianto e il rispetto per l’ambiente.
Il funzionamento con un olio eccessivamente degradato dalla presenza di inquinanti, inoltre può essere fonte di danni spesso gravi al sistema nel quale circola.
Prima di optare per la sostituzione integrale della carica è opportuno valutare l’eventuale trattamento (sfiatatura, microfiltrazione e centrifugazione) che, con le moderne tecniche esistenti, è spesso una valida ed economica alternativa.
Ovviamente una corretta sostituzione dell’olio deve essere seguita da un corretto smaltimento dell’olio.

Cos’è l’analisi dell’olio?

Le direttive comunitarie in materia di impianti funzionanti ad olio diatermico prescrivono ( ed in certi casi obbligano) ad eseguire con cadenze prefissate, analisi sullo stato della carica.
Generalmente i parametri utili da ricercare sono circa una decina e sono quelli indicati dalla normativa UNI 8061.
Nella sua apparente banalità, il risultato di queste analisi, da una panoramica molto ampia sullo stato dell’olio e, se analizzati da un esperto tecnico oleotermico, sono quasi sempre riconducibili a difformità impiantistiche facilmente modificabili che influisco degradando prematuramente il fluido.
Conoscere costantemente lo stato chimico-fisico del proprio olio e saper interpretare i risultati analitici, è la via per garantire all’olio una lunga vita lavorativa, in sicurezza e con la massima resa; dà inoltre la possibilità di intervenire trattando il fluido in maniera mirata.

Quali parametri vanno ricercato con l’analisi chimico-fisica?

parametri da ricercare per valutare lo stato qualitativo della carica, sono quelli prescritti dalla normativa UNI 8061: viscosità, flash point, curva di distillazione, residuo carbonioso, acidità totale TAN e insolubili in solventi.
E’ importante che tali analisi vengano svolte da un laboratorio specializzato e soprattutto che vengano eseguite secondo le metodiche ASTM, che sono universalmente interpretabili e strettamente riconducibili alle condizioni di funzionamento degli impianti.

Cos’è il flash point PM (punto di infiammabilità)?

Il flash point PM di un olio eseguito secondo la specifica ASTM D93 (che è sostanzialmente molto diverso dal flash point COC eseguito con la specifica ASTM D92) è la temperatura più bassa alla quale i suoi gas si incendiano, a contatto con ossigeno ed in presenza di un innesco (di natura elettrica, termica, chimica, meccanica, etc.).

È molto importante valutare regolarmente che la sua misura (in °C) resti al di sopra di determinati valori (diversi a seconda del tipo di olio), perchè dà una importante indicazione sul grado di sicurezza dell’impianto durante il suo funzionamento, ed in particolare in caso di incidenti durante il funzionamento, anche di piccola entità (come la rottura di una tubazione o della tenuta di una pompa).

Perché trattare l'olio?

La contaminazione dell’olio da parte di impurità di diversa natura e origine, causa circa l’80 % dei guasti nei sistemi oleotermici ed oleodinamici, a danno principalmente di componenti meccanici fondamentali, come valvole e pompe; il loro deposito inoltre, con il tempo, può provocare l’abbassamento della resa, il malfunzionamento e la rottura, delle componenti di scambio termico, come tubi di caldaia e fasci tubieri di scambiatori ed evaporatori.
Un corretto ed efficace trattamento dell’olio (sfiatatuta, microfltrazionee centrifugazione), con i macchinari oggi disponibili sul mercato, può eliminare una grossa parte di questi inquinanti; il consiglio di uno specialista in sistemi oleotermici e oleodinamici può aiutare ad evitare che gli inquinanti si riformino.

Ai sistemi oleotermici, sono applicabili piani manutentivi efficaci?

Si, anche se in Italia questo tipo di manutenzione è ancora poco diffusa.
Alla base di questa manutenzione, sta il principio di valutare il sistema olio/impianto come due elementi strettamente correlati tra loro e studiare e mantenere l’uno in funzione dell’altro.

Un efficace piano di manutenzione deve avere fondamentalmente i seguenti scopi:

  • Rendere la vita lavorativa del sistema sicura e con una bassa probabilità di danni rilevanti (fermo macchina);
  • Agevolare la maggior resa possibile del sistema;
  • Allungare la vita media dei componenti, e dell’olio;
  • Ottenere sulla globalità, un risparmio economico congruo.

Come scegliere un fluido diatermico?

Il fluido diatermico adatto al proprio impianto deve essere scelto accuratamente in fase di progettazione del sistema, ma ad ogni cambio di carica è opportuno verificare se sul mercato sono presenti nuovi prodotti dalle performance migliori, adattabili al circuito.
La scelta di un olio diatermico deve essere fatta secondo le prescrizioni del costruttore della caldaia, e valutando molteplici aspetti, i più importanti dei quali sono:

  • Elevato calore specifico e buona conducibilità termica;
  • Resistenza all’ossidazione ed al cracking;
  • Bassa tensione di vapore;
  • Stabilità chimica e termica alle condizioni di impiego normali;
  • Fluidità alle basse temperature per l’avvio a freddo e bassa viscosità alle temperature di utilizzo per ridurre le perdite di carico.
  • Utilizzo in condizioni di sicurezza e salubrità, quindi il fluido deve essere assente di emissioni di sostanze nocive, tossiche, irritanti o male odoranti.
  • Assente di azioni corrosive o di azioni solventi sui materiali con cui viene a contatto
  • Costi adeguati e facile reperibilità

Come posso smaltire l’olio esausto?

L’olio esausto viene raccolto attraverso una rete capillare distribuita in tutta Italia, costituita da Aziende autorizzate dal Consorzio Obbligatorio Oli Usati, le quali conferiscono tali olii ai centri di smaltimento che gratuitamente, in virtù della quota pagata all’acquisto dell’olio nuovo, provvedono al loro smaltimento, tramite rigenerazione, combustione o termodistruzione.

Perché l’olio usato è un rifiuto pericoloso?

L’olio usato è un rifiuto tossico che si genera alla fine del ciclo di un lubrificante, se non eliminati correttamente possono creare gravi problemi all’intero ecosistema. L’olio usato a contatto con la pelle può causare malattie anche gravi e se disperso in mare può causare la mancata ossigenazione dell’ecosistema acquatico.

Quali risvolti economici ha il recupero dell’olio lubrificante?

Oltre alla salvaguardia dell’ecosistema, il corretto smaltimento dell’olio esausto porta benefici anche a livello economico perché una volta raccolto e conferito ai centri smaltimento, esso viene rigenerato con appropriati processi e utilizzato nella produzione di lubrificante nuovo, con evidente minor utilizzo di petrolio.